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Capitolo “Difesa dalle piante infestanti” - volume primo - pag. 487-494
Autori: S. Benvenuti, P.L. Cioni, G. Flamini, M. E. Grassia
Lo scopo della presente sperimentazione è stato quello di testare alcune specie spontanee (talvolta vere e proprie malerbe) come possibile fonte di oli essenziali potenzialmente sostenibili in termini di costi economici. A tal fine è stata scelta la famiglia delle Asteraceae dal momento che pregressi studi hanno messo in luce che tali specie, definite “colonizzatrici”, possiedono al contempo sia scarse esigenze di crescita che la presenza di quegli oli essenziali che garantiscono loro attività allelopatica. Nell’estate 2007 sono state raccolte sommità fiorite di 20 specie prelevate sia da ecosistemi naturali che da agroecosistemi. Dopo averne valutato la biomassa su superfici note si è proceduto alla idrodistillazione degli oli essenziali in corrente di vapore. Dopo averne valutato le concentrazioni sono state testate le rispettive attività biologiche su 2 diverse malerbe (Portulaca oleracea e Digitaria sanguinalis) sia simulandone un impiego in pre- che in post-emergenza. Alcune specie sono risultate molto promettenti (in particolare Artemisia annua) sia in termini di potenziale resa in oli essenziali che in termini di attività erbicida. L’applicazione in post-emergenza è risultata la strada più percorribile sia per la sua spiccata efficacia che per l’estrema volatilità di queste sostanze che rende poco proponibile un loro impiego in pre-emergenza. Parole chiave: bioerbicidi, ecosistema urbano, flora spontanea, oli essenziali, allelopatia
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