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volume unico - pag. 19-42
Autori: A. Melis
L'A. fa il punto sui criteri di lotta che oggi, in Italia, sono maggiormente seguiti per combattere le forme di insetti più dannose. Dopo un accenno ai motivi che hanno spinto un po' per volta gli agicoltori ad abbandonare i vecchi schemi di lotta (basati essenzialmente su insetticidi ad azione specifica e sulla difesa invernale dei fruttiferi) ed a fare un uso indiscriminato di antiparassitari polivalenti, sono ricordati gli inconvenienti che questi ultimi prodotti possono causare, come la rottura di equilibri biologici, l'insorgenza di specie prima poco o punto dannose, la selezione di razze resistenti, i residui tossici, ecc.
Pur riconoscendo che per alcune specie, quali ad esempio la mosca delle ciliegie, alcuni microlepidotteri del melo, ecc., non può essere negata l'opportunità di usare un estere fosforico o un clorurato di sintesi, somministrati in luogo ed in epoca opportuna, l'A. mette bene in evidenza che ciò può essere accettato solo come un male necessario.
Poichè non è facile stabilire dove finiscano le ricerche di scienza pura e dove comincino quelle delle applicazioni della scienza, viene auspicata anche una fattiva collaborazione tra industria e studiosi di Stato.
Per meglio regolamentare la difesa fitosanitaria in Italia viene messa in evidenza la necessità di dare maggiore autorità agli Osservatori fitopatologici. Solamente i direttori di questi organi del Ministero dovranno dare, nell'ambito della loro giurisdizione, le direttive e le istruzioni per le operazioni di difesa, senza che da parte di altre persone possano essere organizzate, all'insaputa, lotte con prodotti antiparassitari diversi da quelli ufficialmente stabiliti.
La relazione si chiude con un voto affinchè vengano emanate adeguate disposizioni di legge che regolino tutta l'attività del settore fitoterapico, dalla fabbricazione, alla vendita e all'impiego degli antiparassitari.
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