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Capitolo “Diserbanti” - volume unico - pag. 653-660
Autori: M. Tirelli
L'A. espone una serie di osservazioni effettuate in un lungo periodo e dalle quali risulta che comportamento assolutamente diverso deve tenersi per la difesa fitosanitaria di piante forestali, quando ostituiscono boschi e foreste e per le stesse specie forestali, ma isolate o formanti piccoli gruppi: ville, alberate, ecc.
A boschi e foreste, costituenti fitozoocenosi, la cui esistenza è regolata da complessi equilibri ambientali-biologici, bisogna evitare il più possibile (anzi l'A. pensa siano assolutamente da escludere allo stato attuale) trattamenti antiparassitari chimici, soprattutto insetticidi. Anche perchè per tali trattamenti dovrebbero impiegarsi quantità cosଠcospicue di sostanza da far temere il loro passaggio, sia pure a distanza di tempo, nelle falde freatiche, pozzi, sorgive (alimentate in gran parte da precipitazioni su terre boschive) soprattutto se venissero impiegati insetticidi a forte potere residuale.
E' vero tuttavia che boschi e foreste presentano mutamenti dovuti a lente variazioni climatiche e ad altre cause che l'A. espone, da cui l'A. trae spunto per una serie di pratici suggerimenti.
Le stesse specie forestali, isolate e a piccoli gruppi, possono invece essere sottoposte a trattamenti chimici e persino chimico-chirurgici, come già da tempo segnalò l'A.
Ciò può effettuarsi senza tema di rompere equilibri biologici, come avverrebbe per trattamenti su vaste superfici boschive forestali, e possono ottenersi utili risultati, per salvare o prolungare la vita di alberi o gruppi arborei pregevoli.
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